“Parla, mia paura” (Einaudi Stile Libero) è il titolo del romanzo di Simona Vinci, una storia vera, quella della scrittrice che ha sofferto di attacchi di panico e depressione.

Simona nel libro affronta il suo rapporto con l’ansia, con la paura costante di non essere adatta, dando voce al malessere che è dentro di lei. Accettando di rifugiarsi “nel mondo” e di condividere la propria esperienza, Simona compie un viaggio in dieci tappe, ripercorrendo la sua vita passata e il difficile rapporto con il suo corpo, la solitudine, la tristezza, gli attacchi di panico e i pensieri negativi.
Il percorso terapeutico, che viene descritto nel libro, è un primo passo per chiedere aiuto: Simona descrive bene quel primo incontro con la terapeuta, che riporto qui sotto perché emotivamente significativo.
La prima volta che incontrai quella che sarebbe stata la mia psicoanalista era dicembre. La sensazione che provai in quella prima seduta, quella in cui decisi che sì, lei andava bene, si cristallizzò in un’immagine di me che posavo i bagagli nell’atrio di una stazione. Una valigia pesante, marrone, con i manici di pelle, chiusa da una grossa cerniera sgangherata. Non sapevo cosa ci fosse dentro e perché me la stessi trascinando appresso, sapevo che da quel momento non ero più sola a doverla trasportare e tenere sospesa ovunque andassi. Potevo riposarmi. Nell’attesa che quella valigia venisse aperta e io potessi scoprire cosa ci fosse dentro.
L’esperienza con la terapeuta rende possibile il percorso, diventando un fattore importante per la cura.
Affinché sia possibile il cambiamento terapeutico, il paziente diventa piano piano consapevole del proprio funzionamento e degli aspetti di sé che prima non conosceva, ma impara anche a comprendere i propri stati d’animo, le proprie emozioni e quelle degli altri e questo può avvenire solo attraverso la relazione terapeutica e la fiducia verso l’altro.
Lungo il percorso psicologico possono comparire delle incrinature nel rapporto con il terapeuta. Non è un evento considerato solo come ostacolo alla terapia o dannoso per la relazione, ma può diventare un’occasione preziosa se viene discussa e affrontata all’interno della coppia terapeuta – paziente. Anzi talvolta può rafforzare il legame e rendere più utile il procedere del percorso che si sta affrontando insieme.
Consiglio questo romanzo a chi vuole avvicinarsi o approfondire alcuni aspetti legati all’ansia, attacchi di panico e depressione. Può essere letto anche per comprendere cosa prova una persona vicina che affronta questo malessere. Ma è consigliato anche a chi vuole leggere una testimonianza vera di un percorso terapeutico e di un’autentica esperienza di cambiamento.
L’autrice: dott.ssa Corinne Copat
La dott.ssa Copat Corinne è Psicologa e Psicoterapeuta. Esercita la libera professione presso lo Studio di Pergine Valsugana (Trento). E’ laureata in Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi di Padova ed è specializzata in Psicoterapia Psicodinamica. I suoi interventi si rivolgono all’adolescenza ed età adulta.